I Trattamenti fisici in Āyurveda

Trattamento Ayurveda al viso | Ayurvedic Point©, Scuola e Centro di Medicina Ayurvedica, Milano
di Carmen Tosto

Cuore di leone, occhi d’aquila, mani da signore... ma soprattutto amore e compassione profonda per il paziente

Così nel 2003 in India, con queste evocative e poetiche parole, il vaidya Prof. Narayanan Nambi iniziava la sua prima lezione sulle qualità del tecnico in Āyurveda e sui trattamenti fisici in Āyurveda.

L’osservazione attenta della Natura, da sempre maestra in tutte le tradizioni, ha svolto un ruolo fondamentale nell’elaborazione della più antica Scienza medica e di vita del mondo, l’Āyurveda. Da Ayus cioè vita, intesa in tutte le sue espressioni e Veda ovvero conoscenza l’Āyurveda, definita “Scienza della Conoscenza della vita”, è giunta fino a noi superando inossidabile la prova del tempo.

In Āyurveda la vita viene intesa come una continua interazione tra corpo, organi di senso, mente, anima, ed un essere vivente come un continuo feedback fra percezione sensoriale, elaborazione mentale e risposta adattiva all’ambiente. La relazione tra corpo e mente, era già stata descritta migliaia di anni fa nei testi classici dell’ Āyurveda, e su questo concetto è basato tutto il suo sistema diagnostico e terapeutico. L’ Āyurveda quindi intesa come Medicina Tradizionale, come sistema filosofico e sistema di conoscenza scientifica, si prefigge quattro scopi fondamentali: prevenire le malattie, curare la salute, mantenere la salute, promuovere la longevità. 

Purtroppo l’occidente per anni ha filtrato ed importato di questa grande Scienza della Vita solo alcuni frammenti e quello che, per così dire, poteva essere più utile e “vendibile”, tralasciando poi tutto il resto.

Di questi frammenti fanno parte le terapie fisiche che ancora oggi purtroppo, in molti contesti, vengono erroneamente definite come “massaggi ayurvedici” che di fatto però non possiamo proprio chiamare così....

I trattamenti fisici in Āyurveda hanno nomi propri e definiscono con esattezza tecniche e specifici materiali di utilizzo, sono considerati importanti interventi terapeutici che offrono numerose possibilità operative e vengono inseriti in un contesto terapeutico più ampio proposto al paziente quali: stile di vita, comportamenti da seguire, medicamenti.

Tutto viene esplorato, investigato, corretto ed il paziente è sempre direttamente coinvolto nel recupero e gestione della propria salute.

In questo piano terapeutico così completo e complesso è uno specifico compito del tecnico in Āyurveda l’applicazione dei vari trattamenti ayurvedici. I trattamenti non servono perchè sono belli, coreografici o rilassanti, a volte anzi non lo sono per nulla.

L’atto terapeutico in Āyurveda è estremamente preciso ed i suoi attori sono descritti in modo dettagliato e ben definito.

 

I quattro “pāda”

Secondo il più antico trattato ayurvedico, la Caraka Saṃhitā, vi sono 4 “pāda” (lett. piede, parte, pilastro) ritenuti fondamentali per l’attuazione corretta di una terapia ed è necessaria la presenza del medico, del tecnico in Āyurveda, del medicamento ed ovviamente del paziente. (C.S. Sū. cap.IX)

Ogni “pāda” svolge il proprio ruolo e deve possedere attributi specifici, la buona coordinazione tra loro garantisce stabilità ed equilibrio.

Il tecnico in Āyurveda è definito (secondo Caraka) con il termine Upāsthata, da “upā” che significa “vicino a”, e “sthata” ovvero “colui che sta”, nella traduzione più ampia il termine significa: colui che sta accanto al paziente.

Il Tecnico in Āyurveda è quindi la persona che assiste il paziente, collabora con il Medico ayurvedico ed attua, in molti casi sotto la sua prescrizione, una serie ricca e variegata di trattamenti fisici, di cui il “massaggio” così come noi banalmente lo traduciamo in occidente, non ne è che una piccola parte.

 

I diversi trattamenti ayurvedici

Esistono numerosi trattamenti specifici e dedicati per ogni parte del corpo. Vengono distinti in aṅga-abhyaṅga ovvero parziali (che riguardano cioè una sola parte del corpo, per esempio testa, piedi, dorso ect) e sarvaṅga-abhyaṅga ovvero completi (che riguardano tutto il corpo).

Vi sono poi ulteriori differenziazioni quali: trattamenti svedana (che prevedono l’applicazione del calore), snehana (attraverso sostanze oleose), ect.

I trattamenti sono articolati e prevedono l’utilizzo di diverse sostanze e formulazioni erbali: non solo oli medicati (taila) che svolgono comunque sempre un ruolo primario, ma anche pasta di erbe, decotti, polveri di erbe e spezie, cataplasmi ect. queste sostanze vengono applicate e massaggiate su corpo e testa con differenti modalità.

La singolarità dei trattamenti in Āyurveda è la loro estrema versatilità, come le terapie farmacologiche, considerano prima di tutto la costituzione individuale (Prakṛti) e lo stato di equilibrio dei Doṣa (principi energetici) e vengono così personalizzati per definirne al meglio le potenzialità terapeutiche.

Tutto è sempre personalizzato nei termini di scelta dei materiali e del tempo di applicazione, questa è la bellezza ma anche la complessità dell’atto terapeutico in Āyurveda.

La pratica di applicare e massaggiare sostanze oleose sul corpo è molto antica pare addirittura risalente ad un tempo precedente il periodo vedico e ve sono molti riferimenti nei più testi antichi di conoscenza: Veda, Upaniśad, Purāṇa etc.

Tutti gli autori degli antichi testi classici ayurvedici – Caraka, Suśruta, Vāghbaṭa - hanno fornito descrizioni sull’applicazione di sostanze oleose e del massaggio, soprattutto inserito nella pratica del Dinacarya (la routine igienica quotidiana) ma anche nelle applicazioni terapeutiche più propriamente definite. (1,2,3,4)

 

La terapia Snehana

In Āyurveda la terapia dell’oliare, ungere, lubrificare e carezzare il corpo (esterno ed interno) viene chiamata “Snehana”, sneha in sanscrito viene tradotto con “sostanze grasse”, questa parola deriva però dalla radice sanscrita “snih” che significa “aderire, essere attaccato, ma anche voler bene, amore, sentire affetto per”.

Snehana indica quindi sia la percezione soggettiva di avvolgimento e accudimento che deriva dall’oleazione, sia quella di modulare la funzione oggettiva fisiologica del contatto e della percezione dei confini e della forma della realtà. La terapia Snehana agisce quindi a livello fisico e psicologico ed aiuta ad equilibrare l’attenzione fra l'interno e l'esterno, un meccanismo questo fondamentale che consente al complesso di corpo/mente/spirito di ritrovare flessibilità, memoria cognitiva e quindi salute, ossia in definitiva la capacità di adattarsi alle variazioni ambientali.

Di fatto qui in occidente viene chiamato in maniera impropria “massaggio ayurvedico” ciò che si riferisce in realtà ad una tecnica di “oleazione” vera e propria, con applicazioni e modalità specifiche e differenti e che vede la sua vera ragione d’essere solo se inserita nel contesto di una terapia ayurvedica completa.

L’approfondita conoscenza delle tecniche e la competenza nell’utilizzo dei vari materiali che i trattamenti prevedono, è un punto di fondamentale importanza che deve essere appreso ed approfondito in modo attento, attraverso una solida formazione professionale ed uno studio continuo.

L’uso di oli medicati e altre sostanze lipidiche per massaggi e trattamenti sia ai fini del mantenimento che del recupero dello stato di salute, è ritenuto di grandissima importanza in Āyurveda. Il razionale di questa particolare pratica sta proprio nell’aspetto funzionale della pelle che deve sempre essere conservato in perfetto ordine, quindi Vāta non deve mai eccedere o comunque sbilanciarsi.

L’eccesso di Vāta porta ad un aumento delle sue qualità che divengono dannose per il funzionamento della pelle e quindi dell’organismo. Un eccesso di secchezza e ruvidità infatti porta ad un indebolimento delle difese meccaniche ed immunitarie nonché ad un’alterazione del sensorio che distorce la percezione del reale.

Se il corpo è ben oleato attraverso l’uso interno od esterno di sostanze oleose, si avrà un corpo più liscio, morbido e compatto. L’oleazione allevia Vāyu ed aiuta nell’eliminazione dei prodotti di scarto. Questa terapia è eccellente per promuovere la digestione ed il metabolismo.

In Āyurveda la terapia Snehana viene usata per la lubrificazione interna ed esterna del corpo e viene applicata esternamente come terapia preliminare al Pañcakarma.
Può essere comunque usata come attività indipendente per alleviare i Doṣa. (5)

La preparazione di un olio ayurvedico è estremamente complessa ed è necessario porre una particolare cura e rispetto delle regole, tradizionalmente intere generazioni di famiglie si tramandano ricette e formulazioni speciali, e non è proprio adeguato “farsi l’olio ayurvedico” in casa, come viene a volte sugggerito.

Secondo l’Āyurveda la sostanza oleosa (ottenuta da diverse piante quali sesamo, cocco, ricino, etc.) ha un’azione che non è confinata alla sola pelle. L’olio e le sostanze erbali che vengono “cotte” insieme con questo, penetrano attraverso la pelle e raggiungono i differenti elementi tissutali del corpo. Gli oli medicati agiscono quindi su tutti i tessuti ma soprattutto su plasma, sangue e tessuti muscolari; aumentano così le capacità digestive del corpo e dei tessuti e si attiva la loro capacità metabolica.

 

I tre tipi di intervento del Tecnico in Āyurveda 

Ovviamente le caratteristiche della pelle di un individuo riflettono quella della sua costituzione, (Prakṛti) e dei suoi disturbi (Vikṛti). La pelle Vāta è generalmente secca, sottile e vulnerabile agli effetti della stagione secca e ventosa; la pelle Pitta è chiara, si arrossa facilmente è fotosensibile, presenta spesso nei e/o lentiggini; la pelle Kapha è naturalmente grassa, chiara ma non fotosensibile come il tipo Pitta, è fresca, spessa e morbida. I disturbi si manifesteranno come un eccesso delle qualità del tipo di pelle in esame, e quindi eccessiva secchezza con screpolature per Vāta, infiammata per Pitta, eccessivamente grassa con presenza di impurità per Kapha.

L’operato del tecnico in Āyurveda viene fondamentalmente strutturato, secondo i trattamenti fisici che esegue, in 3 fasce così distinte (6):

  • Trattamenti in autonomia professionale: trattamenti che il Tecnico può svolgere in totale autonomia in quanto qualificato a farlo. Tali trattamenti sono quelli più semplici, che non richiedono una valutazione diagnostica e che non rivestono caratteristiche di invasività. Sono i trattamenti mirati al mantenimento di uno stato di salute ed alla prevenzione.
  • Trattamenti su prescrizione medica: trattamenti che richiedono una prescrizione del Medico esperto di Āyurveda riguardante la tecnica e/o i materiali da usarsi. Tali trattamenti sono quelli che, in relazione alla propria specificità tecnica, prevedono una diagnosi e relativa indicazione terapeutica, nonché un parere Medico sull’eventuale tollerabilità da parte del paziente.
  • Assistenza ai trattamenti: sono quei particolari trattamenti che richiedono sia una prescrizione medica sia l’esecuzione diretta da parte del Medico e prevedono la sola assistenza all’operato del Medico da parte del Tecnico. Tali trattamenti sono quelli che per le loro specifiche tecniche ed applicative, sono caratterizzati da invasività e particolare intensità terapeutica, quali ad esempio quelli previsti dall’insieme terapeutico del Pañcakarma che viene eseguito in adeguate strutture residenziali. 

I trattamenti in autonomia professionale rientrano di norma nelle terapie snehana esterne, prevedono quindi l’utilizzo di oli medicati secondo tecniche definite, oppure aṅga-abhyaṅga, quindi trattamenti parziali dedicati alla cura di specifiche zone del corpo.

I trattamenti su prescrizione appartengono ad un'altra categoria e di norma sono quelli dedicati alla purificazione e trattamento degli organi di senso quali: karṇa pūraṇa (trattamento specifico per l’orecchio), netra tarpaṇa (dedicato alla cura degli occhi), gaṇḍūṣa (per la gola), nasya (trattamento dedicato alla purificazione delle vie aeree superiori) ed altri.

In questa categoria troviamo poi tutti i trattamenti ayurvedici che utilizzano il calore e che vengono chiamati in senso generale: terapie svedana. È una grande famiglia che vede impiegati metodi e materiali molto diversi fra loro ma con il comune obiettivo di indurre sudorazione su tutto il corpo o in specifiche zone dedicate.

Sono trattamenti profondi che purtroppo spesse volte vediamo proporre con disinvoltura in ambienti estetici o del benessere ma sono trattamenti così particolari che vanno presi alla leggera poiché hanno indicazioni e soprattutto controindicazioni precise... le terapie del calore vanno utilizzate solo quando servono e non perché sono belle e coreografiche.


Nella terza categoria rientrano specifici trattamenti che vedono il tecnico in Āyurveda impegnato nella preparazione delle varie formulazioni e materiali nonchè nella preparazione del paziente al trattamento stesso. Stiamo parlando dei trattamenti che rientrano nel Pañcakarma e che vengono eseguiti direttamente dal medico ayurvedico.

 


Referenze

  1. Sharma, R. K., & Dash, B. (Ed.). (2001). Caraka Saṃhitā. Varanasi: Chaukhamba Sanskrit
    Series Office.
  2. Sharma, R. K., & Dash, B. (Ed.). (2001). Caraka Saṃhitā Sū. cap.IX. Varanasi: Chaukhamba Sanskrit Series Office
  3. Laxmidhar Dwivedi. (Ed.). (1998). Sushruta Saṃhitā. Varanasi: Chowkhamba Sanskrit Series Office
  4. Srikantha Murthy, K. R. (Ed.). (2007). Vagbhata Astanga Hṛdaya. Varanasi: Chowkhamba Krishnadas Academy
  5. Sharma, R. K., & Dash, B. (Ed.). (2001). Caraka Saṃhitā Sid .cap VI - 11,13 Varanasi: Chaukhamba Sanskrit Series Office
  6. Tosto C. “Medicina Ayurvedica” (Focus sul Terapista Āyurveda). Advanced Therapies-Terapie d'Avanguardia 2016;10: 71-75

 

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Autore
Author: jole