Sostenere l'Āyurveda con una buona scienza: Il Modus Operandi

Sostenere L'Āyurveda Con Una Buona Scienza: Il Modus Operandi | Ayurvedic Point©, Milano
Manohar P R. Backing up Ayurveda with good science: The modus operandi.
Ancient Sci Life 2015;34:185-7

EDITORIAL

L'unico modo in cui possono essere affrontate le critiche ingiuste e lo scetticismo verso l’Āyurveda è quello di promuovere una scienza valida per darle maggiore credibilità. Questa sembra essere, senza dubbio, la necessità del momento. Mentre le menti più perspicaci iniziano a convergere verso il raggiungimento di questo obiettivo, potrebbero esserci modi di pensare divergenti riguardo al modus operandi. Sarebbe opportuno anche chiedere a noi stessi in che modo definiamo una maggiore credibilità dell’Āyurveda.

Per molti, è tutta una questione di maturazione delle pubblicazioni di ricerca in Āyurveda. Inoltre, ciò significa raggiungere il punto in cui i documenti vengono pubblicati nelle cosiddette riviste peer reviewed ad alto impatto. D'altra parte, esiste il problema di molte riviste spurie sulla lista degli “editori predatori” di Beall che vengono pubblicate nell'ambito dell'Āyurveda. Queste riviste non soddisfano standard editoriali accettabili e non vengono indicizzate nei principali database. Ci sono solo tre riviste di ricerca dedicate esclusivamente all'Āyurveda indicizzate su Medline. Sarà l'ingresso dell'Āyurveda nel club di elite di riviste di ricerca di alto impatto ad annunciare una nuova era di pubblicazioni scientifiche che dia maggiore credibilità all'Āyurveda? La risposta sembra un mix di sì e no.

Nell'edizione del Lancet, la rivista medica più importante del Regno Unito, dell'11 apr 2015, il caporedattore, Richard Horton, ha dichiarato:

Il caso contro la scienza è semplice: gran parte della letteratura scientifica, forse la metà, può essere semplicemente falsa.

L'allarme è stato dato pochi decenni fa, ma nel corso degli anni, le prove sono diventate molto più evidenti e come dice John P.A. Loannidis

nella ricerca moderna, la maggioranza o anche la stragrande maggioranza delle affermazioni delle ricerche pubblicate potrebbe rivelarsi un falso risultato.

Horton continua a spiegare che

afflitta da studi con campioni di piccole dimensioni, risultati insignificanti, analisi esplorative non valide, e flagranti conflitti di interesse, insieme all'ossessione di perseguire tendenze della moda di dubbia importanza, la scienza ha preso una svolta verso l'oscurità.

La dr.ssa Marcia Angell, medico e per lungo tempo capo-redattrice della New England Journal of Medicine (NEJM), condivide questi sentimenti

Semplicemente non è più possibile credere in molta della ricerca medica che viene pubblicata, o fare affidamento sul giudizio dei medici di fiducia o di linee guida mediche autorevoli. Non trovo alcun piacere a trarre questa conclusione che ho raggiunto lentamente e con riluttanza durante i miei due decenni come redattrice del NEJM.

«La scienza ha preso una svolta verso l'oscurità» - questa affermazione è uno shock assoluto. Licenziamo studi non pubblicati in riviste peer-reviewed senza "fattore d'impatto" come inaffidabili. Tuttavia, sembra che le etichette peer-reviewed e "fattore d'impatto" non significhino più molto. La quantità di cattiva ricerca pubblicata anche nelle riviste di fama ha raggiunto livelli preoccupanti. Inoltre, la situazione sembra peggiore perché non viene eseguito alcuno sforzo sistematico per correggere le cattive pratiche.

Almeno la Stanford University ha compiuto un grande passo in avanti per realizzare delle riforme. Per impedire l'afflusso di cattiva scienza, la Stanford University sta lanciando il “Meta Research Innovation Centre“ (METRIC) per verificare i risultati della ricerca scientifica. METRIC è guidato dal professore di Stanford John Loannidis, un epidemiologo celebre per aver scritto nel 2005 "Why most published research findings are false" (Perché i risultati della maggior parte delle ricerche sono falsi), un documento che ha cercato di dimostrare che la ricerca può ed è spesso segnata da dati statistici dubbiosi e da idee scadenti. La situazione è forse anche peggiore di quanto possiamo immaginare.

Linus Pauling, vincitore del Premio Nobel in Chimica, mette in guardia riguardo alla serie di studi sul cancro condotti alla Mayo Clinic

l'articolo della Mayo è fuorviante e disonesto. Potrebbe essere descritto come fraudolento. Ha preteso di essere una ripetizione dello studio del dr. Cameron, ma era molto diverso, in un modo che i ricercatori alla Mayo Clinic sono riusciti a nascondere ai loro lettori.

Una questione di grande preoccupazione è il bias di pubblicazione, che è molto più grave di quanto possiamo immaginare. Ben Goldacre nel suo libro "Bad Pharma" rivela esempi scioccanti di numerosi casi in cui i risultati negativi non sono stati pubblicati, fuorviando così i clinici a prendere decisioni che potrebbero rivelarsi pericolose per i pazienti. Sicuramente, dobbiamo fare in modo che i risultati di tutti gli studi vengano pubblicati, non solo quelli con esiti positivi. Quando gli studi clinici sono registrati in un database centrale, diventa facile tracciare quelli che non sono stati pubblicati. Almeno la sintesi dei risultati dello studio deve essere disponibile nel registro centrale in modo che le revisioni sistematiche includano tutti i possibili studi in questione.

Dove si colloca l'Āyurveda in questo scenario? Quando si tratta di pubblicare cattiva scienza, sembra che la differenza tra l’Āyurveda e la scienza ufficiale sia una differenza quantitativa non qualitativa. Un'assoluta assenza di qualsiasi tipo di controllo dei lavori pubblicati rende difficile capire le conseguenze della bassa qualità della ricerca e della pubblicazione scientifica nel campo dell'Āyurveda. Se la ricerca in Āyurveda deve maturare, credo che dobbiamo pensare al di là dei semplici peer reviewed e fattori d'impatto. Dobbiamo coltivare una cultura di ricerca nell'ambiente accademico dell'Āyurveda con un focus sul rigore nella ricerca così come sulla segnalazione onesta dei risultati di tale ricerca. Sembra che la qualità possa essere garantita solo da controlli rigorosi e revisioni delle ricerche che vanno oltre la fase della pubblicazione degli articoli. Solo le ricerche che sopravvivono alle revisioni più severe possono essere considerate buona scienza.

Ciò richiede un cambiamento radicale nell'ambiente della ricerca dell'Āyurveda. Forse possiamo trarre beneficio guardando indietro alle origini dell'Āyurveda nei sistemi classici di conoscenza noti come darśana. Le fondamenta epistemologiche dell'Āyurveda sono derivate da questi sistemi che considerano la costruzione della conoscenza come un processo di misurazione o valutazione attraverso il quale passiamo al vaglio le esperienze valide e quelle non valide. La misurazione (prakarṣeṇa mānam) dell'esperienza (anubhava) per poter distinguere tra un'esperienza valida (yathārtha anubhava) ed una non valida (ayathārtha anubhava) contribuisce a costruire una conoscenza (pramā) che sia credibile. La conoscenza credibile determina risultati prevedibili (niścitaphalavat vijñānotpādakatvaṃ). I testi ayurvedici classici sottolineano che l'autenticità del testo si basa su prove dimostrabili (pratyakṣaphala).

Nell'esercizio della costruzione della conoscenza, i sistemi di conoscenza classici sottolineano anche la necessità di andare al di là dell'associazione per stabilire il nesso di causalità. L'Āyurveda è spesso accusata di interpretare le associazioni come prova del nesso di causalità. Nel processo di anumāna (inferenza sostenua dalla percezione diretta), si deve andare al di là dell'associazione (vyāpti) verso la causalità (vyāptiviśiṣṭapakṣadharmatā) che si ottiene esaminando l'ipotesi sperimentale (pakṣa) contro il controllo positivo (sapakṣa) e il controllo negativo (vipakṣa).

Ce lo ricorda Caraka quando ci avverte che ogni pretesa di successo clinico dev'essere liquidata come accidentale se non può superare lo scritinio della critica scientifica (vinā tarkeṇa yā siddhir yadṛcchā siddhireva sā).

Nella tradizione ayurvedica, la conoscenza raggiunge uno stato di finalità quando sopravvive alla revisione rigorosa di molte menti critiche. Quando è stata esaminata in ogni modo possibile dalle migliori menti del settore, possiamo considerare che sia vicina alla realtà. Tali conclusioni erano conosciute come Siddhānta, che significa che abbiamo raggiunto la fine di possibili critiche ed esami. Questo tipo di scrutinio può essere definito come una meta-review, che è più ampia della semplice limitata peer review, alla quale le ricerche vengono sottoposte durante l'elaborazione editoriale delle riviste scientifiche.

In conclusione, si può affermare che devono essere fatti degli sforzi da parte dei ricercatori nella comunità Ayurvedica per migliorare notevolmente la qualità della loro ricerca e delle pubblicazioni. Considerando i mali che affliggono la ricerca moderna, dobbiamo puntare al di là della semplice pubblicazione in riviste di ricerca peer reviewed o ad alto impatto. Dobbiamo coltivare una cultura di ricerca che avrà lo scopo di distillare la verità della questione arrivando alla fine della strada della revisione critica – la meta-review degli articoli di ricerca pubblicati.

 

È con grande piacere che informo i nostri lettori che siamo stati in grado di superare i recenti intoppi nella pubblicazione del giornale in tempo, grazie al risultato degli sforzi dedicati della redazione. Vi assicuriamo che d'ora in poi ASL (Ancient Science of Life) sarà puntuale.

 

 


Backing up Ayurveda with good science: The modus operandi.

Manohar P R.
Ancient Sci Life 2015;34:185-7

EDITORIAL

The only way in which unfair criticism and skepticism about Ayurveda can be addressed is by nurturing good science to lend greater credibility to it. This seems to be without doubt, the need of the hour. While discerning minds have started converging to pursue this goal, there would be divergent ways of thinking about the modus operandi. It will also be fair to ask ourselves as to how do we establish greater credibility to Ayurveda.

For many, it is all a matter of research publications coming of age in Ayurveda. Moreover, this means to reach the point where papers get published in the so-called high impact peer-reviewed journals. On the other hand, there is the problem of many spurious journals blacklisted by Beall as predatory that is published in the field of Ayurveda. These journals do not meet acceptable editorial standards and are not indexed in the major databases.

There are only three Medline indexed research journals devoted exclusively to Ayurveda. Will the entry of Ayurveda into the elite club of high impact research journals then herald a new era of scientific publishing that would give greater credibility to Ayurveda? The answer seems a mix of yes and no. In the April 11, 2015 edition of Lancet,  the UK's leading medical journal, its editor-in-chief Richard Horton stated: "The case against science is straightforward: Much of the scientific literature, perhaps half, may simply be untrue." The alarm has been sounded few decades ago. But over the years, the evidence has been building up and as John P.A. Loannidis puts it, "in modern research, false findings may be the majority or even the vast majority of published research claims." Horton goes on to explain further, "afflicted by studies with small sample sizes, tiny effects, invalid exploratory analyses, and flagrant conflicts of interest, together with an obsession for pursuing fashionable trends of dubious importance, science has taken a turn toward darkness." Dr. Marcia Angell, a physician and long-time Editor in Chief of the New England Journal of Medicine (NEJM), echoes these sentiments "It is simply no longer possible to believe much of the clinical research that is published, or to rely on the judgment of trusted physicians or authoritative medical guidelines. I take no pleasure in this conclusion, which I reached slowly and reluctantly over my two decades as an editor of the NEJM." "Science has taken a turn toward darkness" - this statement is an absolute shocker. We dismiss studies that are not published in "peer-reviewed" journals without "impact factor" as unreliable. However, it looks like the tags "peer-reviewed" and "impact factor" do not mean much anymore.

The amount of bad research published even in the reputed journals is alarmingly high. Moreover, the situation seems worse because there is no systematic effort being taken to correct the bad practices. At least the Stanford University has taken a big step forward to bring about reforms. To prevent the influx of bad science, Stanford University is launching the Meta-Research Innovation Centre (METRIC) to verify the findings of scientific research. METRIC is led by Stanford Professor John Loannidis, an epidemiologist who in 2005 famously wrote "Why most published research findings are false," a paper that sought to prove that research can and is often marred by sloppy statistical findings and shoddy ideas. The situation is perhaps even worse than we imagine. Linus Pauling, Nobel Prize Winner in Chemistry warns about the series of cancer studies conducted at Mayo Clinic "The Mayo article is misleading and dishonest. It might be described as fraudulent. It purported to be a repetition of Dr. Cameron's study, but it was greatly different, in a way that the Mayo Clinic investigators succeeded in hiding from the readers of their paper."...

 

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Author: ayurvedicpoint