Oil pulling, una nuova moda nata migliaia di anni fa

Oil pulling cos'è, come si fa | Ayurvedic Point©, Milano

Carmen Tosto - dr. Antonio Morandi

Uno dei più recenti trend salutistici in voga negli ultimi tempi è la pratica chiamata Oil pulling

Ovviamente non è una “nuova” pratica ma deriva dalle antichissime indicazioni mediche descritte dall’Āyurveda ed originate in India 4000 anni fa.
Ciò che viene chiamato oggi “Oil pulling” è in realtà una delle più comuni pratiche indicate dall’Āyurveda nel regime igienico giornaliero (dinācaryā) che vengono eseguite la mattina allo scopo di pulire e purificare il corpo.

Questa pratica è inoltre nota nella comune tradizione popolare indiana ed è un rimedio da sempre utilizzato per prevenire i disturbi alla bocca e ai denti, l’alitosi, il sanguinamento gengivale, la secchezza della gola ma utile anche per rinforzare i denti, le gengive e ridurre la tensione della mandibola.

In particolare per la pulizia della bocca l’Āyurveda propone altre pratiche giornaliere che si completano e potenziano fra loro fra cui la pulizia della lingua (jihvānirlekhana) e la pulizia dei denti (dañtadhāvana) mentre per quanto riguarda il cavo orale vi sono 2 importanti tecniche: gaṇḍūṣa e kavalagraha.

Gaṇḍūṣa

In gaṇḍūṣa la bocca viene completamente riempita di olio (o sostanza medicata prescritta) che verrà trattenuto e poi espulso dopo un definito termine di tempo.

Kavalagraha

In kavalagraha invece l’olio (o la sostanza medicata prescritta) viene gargarizzata e mantenuta in bocca per un periodo di tempo prescritto e quindi espulsa.

Ricordando quindi queste 2 antiche tecniche la pratica odierna chiamata “Oil pulling” si pone a metà strada in quanto si prevede che una quantità moderata di olio venga trattenuta in bocca ma anche gargarizzata per almeno 10’ prima di essere espulsa.

Ciò che viene definito oggigiorno “Oil pulling” rappresenta quindi una sorta di miscela delle altre due importanti pratiche ma il termine utilizzato è alquanto riduttivo e non definisce né rappresenta cos’è in particolare questa pratica e quali sono i suoi reali scopi.

In Āyurveda le sostanze che vengono mantenute in bocca e/o gargarizzate sono diverse secondo il bisogno e l’obiettivo da raggiungere ma per un semplice utilizzo quotidiano il veicolo più adatto e consigliabile è tila taila, ovvero puro olio di sesamo.

Il sesamo (Sesamum indicum - Fam. Pedaliaceae) in sanscrito si chiama Tila, originario dell’India e dell’Africa è considerato un dono prezioso della Natura per le sue qualità nutrizionali e per i suoi salutari effetti; l’olio di sesamo è definito il re degli oli a causa dei suoi peculiari effetti benefici.

La storia registra che i semi di sesamo venivano utilizzati come condimento dagli Assiri già nel 3000 a.C.e, in tempi più recenti, testimonianze di produzioni di olio di sesamo furono riportate anche da Napoleone, durante la guerra in Egitto.

Il seme di sesamo è un alimento altamente nutritivo ed equilibrato, a causa dell’alto contenuto di grassi e di proteine e del basso contenuto di carboidrati. In un piccolissimo seme troviamo: proteine, vitamine D ed E, calcio (in quantità sensibilmente superiore a quella presente nel latte vaccino), grassi insaturi, fosforo, ferro e zinco. Tutte sostanze fondamentali per il buon funzionamento e la rigenerazione dei tessuti corporei.

L’olio ricavato dalla spremitura dei semi di sesamo è relativamente stabile, nonostante la presenza di acidi grassi insaturi poiché contiene tre antiossidanti naturali: sesamina, sesamolina e sesamolo. La sesamolina è una sostanza preziosa e rara che si attiva con il calore ed è anche per questo motivo che la tradizione ayurvedica indica di riscaldare gli oli a bagnomaria prima di utilizzarli. L’olio estratto dai semi di sesamo contiene inoltre numerosi sali minerali ed è ricco di acido linoleico.

In Āyurveda è molto importante considerare i rasa (ovvero i sapori/gusti) che hanno le sostanze medicinali ed il fatto di tenere a lungo in bocca un determinato sapore ha ovviamente un'influenza profonda sulla mucosa orale ma date le proprietà inerenti che hanno determinate sostanze ovvero la capacità di raggiungere e pervadere i tessuti, l'effetto si manifesterà anche sull’intero organismo.

La mucosa orale ha inoltre un alto potere di assorbimento ed è una delle vie principali di somministrazione di sostanze medicinali, attraverso questa pratica l’assorbimento è molto veloce attraverso il sistema circolatorio e bypassa così il fegato.

In accordo con il grande autore Vāgbhaṭa, ci sono 4 categorie di gaṇḍūṣa basate sulle manifestazioni cliniche dei doṣa e che vengono applicate con particolari sostanze appositamente prescritte dal medico ayurvedico:

  • snigdha (‘lubrificante’ che riduce la secchezza e che nutre)
  • śamśana (‘pacificante’ che riduce l’infiammazione)
  • śodhana (‘purificante’ che riduce la congestione ed il muco)
  • ropaṇa (‘riparatore’ per le ulcere e le ferite) (Sū 22:2-3).

Per quanto riguarda invece una comune pratica quotidiana effettuata con l’olio di sesamo ecco gli effetti ed i benefici: combatte l’alitosi, controlla la salivazione, contrasta la secchezza della bocca, migliora la forza della mandibola, corregge la perdita di sensazione del gusto, ha un effetto nutriente, migliora il tono e la forza della voce, previene la secchezza della gola, migliora la stabilità e forza di denti e gengive, previene la carie, controlla l’ipersensibilità di denti e gengive, riduce la formazione della placca. Secondo le indicazioni del medico vi saranno poi sostanze particolari dedicate a disturbi più specifici.

Come eseguire kavalagraha

Ma vediamo come eseguire in modo corretto la pratica quotidiana di kavalagraha

Il tempo ideale è la mattina a digiuno in concomitanza con le personali pratiche igieniche quotidiane

  1. Risciacquare bene la bocca con acqua fresca
  2. Pulire la lingua (con l’apposito raschietto)
  3. Pulire i denti
  4. Prendere 1/2 cucchiai di olio di sesamo e tenerli in bocca gargarizzando bene in modo naturale e non troppo energico per un tempo che va dai 3 ai 10 minuti. Un leggero aumento della salivazione è del tutto naturale
  5. Espellere semplicemente l’olio (nel gabinetto e non nel lavandino!)
  6. NON risciacquare poi la bocca con l’acqua

Data la natura caratteristica della pratica chi ha del muco in eccesso potrebbe sentirlo muoversi ed è quindi consigliato a questo punto espellerlo a fondo.

Il sapore dell’olio di sesamo non è affatto sgradevole e si attenua molto velocemente. La sensazione finale dovrebbe essere quella di: freschezza in bocca, chiarezza del cavo orale, leggerezza di bocca e gola, corretto funzionamento degli organi di senso, stabilità di denti e gengive, sensazione di bocca pulita.

Numerosi studi sono stati fatti su questa pratica1 soprattutto in ambito odontoiatrico ed i risultati riportati sono veramente positivi e sorprendenti e dimostrano l’efficacia di questa semplice tecnica nella riduzione della placca e conseguente miglioramento delle gengiviti e recessione gengivali oltre agli straordinari effetti antibatterici dell’olio di sesamo.

Ecco come una piccola, semplice ed economica pratica quotidiana giunta a noi direttamente dall’antica saggezza ayurvedica può apportare grandi cambiamenti nella nostra vita.


1Comparative efficacy of oil pulling and chlorhexidine on oral malodor: a randomized controlled trial. Sood P, et al. J Clin Diagn Res. 2014

Randomized controlled trial Asokan S, et al. J Indian Soc Pedod Prev Dent. 2011

Tooth brushing, oil pulling and tissue regeneration: A review of holistic approaches to oral health Singh A, et al. J Ayurveda Integr Med. 2011

Effect of oil pulling on plaque induced gingivitis: a randomized, controlled, triple-blind study. Randomized controlled trial Asokan S, et al. Indian J Dent Res. 2009

Effect of oil pulling on Streptococcus mutans count in plaque and saliva using Dentocult SM Strip mutans test: a randomized, controlled, triple-blind study.

Randomized controlled trial Asokan S, et al. J Indian Soc Pedod Prev Dent. 2008)

 

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Author: ayurvedicpoint