Medicina Ayurvedica: linee guida per una buona pratica professionale 2° parte

Medicina Ayurvedica: Linee Guida Per Una Buona Pratica Professionale 2 | Ayurvedic Point©, Milano

Natura e Benessere 20: 36-40 (2006)
a cura di: dr. Antonio Morandi, dr. Guido Sartori

(segue dalla prima parte)

Si conclude in queste pagine l’articolato excursus dedicato alle Linee Guida per una buona pratica professionale in Medicina Ayurvedica iniziato sullo scorso numero di Natura & Benessere. Anche in questa seconda ed ultima parte gli autori non trascurano di porre l’accento sul rapporto Medico – Operatore – Paziente che non può prescindere dal riconoscimento della indispensabile reciprocità dei ruoli al fine di un successo terapeutico.

Questa seconda parte delle Linee Guida pone in risalto le necessità relazionali che intercorrono fra l’Āyurveda e il Medico Ayurvedico ed i suoi collaboratori e i suoi colleghi. A questi ultimi che ancora non conoscono l’Āyurveda rivolgiamo un invito a seguire una scuola di formazione accreditata perché l’entrare gradualmente nel pensiero ayurvedico – che di per sé è semplice nella sua esposizione – è un piacere filosofico ed intellettuale non comune seppure non altrettanto facile da trasferire nella pratica clinica; infatti, la struttura universitaria, tesa ad ottenere risultati di profitto accademico, ha disabituato il medico al dibattito filosofico.
Particolare importanza riveste la relazione dei Medici Ayurvedici con gli Operatori di Āyurveda ai quali spetta il compito di applicare le tante tecniche terapeutiche ayurvediche direttamente sui pazienti. Ad un Operatore, dunque, sono richieste qualità personali e preparazione di alto livello proprio perché i trattamenti fisici dell’Āyurveda si dimostrano altamente efficaci: il paziente va quindi accudito con particolare attenzione e in un clima di stretta collaborazione fra Medico ed Operatore.

Il lavoro del Medico Ayurvedico

Nell’esercizio della sua professione il Medico esperto di Āyurveda apporterà il contributo originale della tradizione ayurvedica, incentiverà il recupero di tradizioni autoctone ed estenderà il suo operato nell’ambito della prevenzione, della medicina sociale e della medicina scolastica non trascurando il contributo di tecniche affini come lo Hatha Yoga e la pratica della meditazione introspettiva.

Nell’ambito di quanto sancito dal Codice Deontologico, il Medico Ayurvedico opera utilizzando al meglio tutte le conoscenze, le tecniche, le strutture e le competenze umane disponibili ed utilizzabili nelle condizioni socioeconomiche in cui si trova, operando una sintesi discriminativa al fine di una terapia efficace.
La volontà del paziente, debitamente informato delle possibili alternative, sarà comunque la linea di confine che il Medico Ayurvedico non si permetterà di oltrepassare. Il Medico Ayurvedico, peraltro, è in grado di spiegare al paziente il suo stato di salute ed il paziente, a sua volta, potrà collocare questo stato alterato nella sua storia personale, relazionale e spirituale; si realizzerà così lo scopo massimo dell’arte medica: prendere consapevolmente cura di sé per guarire.

Fra i compiti del Medico Ayurvedico vi è anche quello della divulgazione, nelle occasioni e nei modi che riterrà più opportuni, allo scopo di diffondere la conoscenza dell’Āyurveda, dei suoi fini e dei suoi mezzi per mantenere la salute o per recuperare l’equilibrio fisico, psichico o spirituale alterato.
Poiché l’evento morte è parte della vita stessa, compito del Medico Ayurvedico sarà anche quello di accompagnare – senza timore e fino all’ultimo istante – il paziente con cui ha stabilito una relazione terapeutica.

Reclami e Diritto Disciplinare

Dati i presupposti fin qui elencati, è evidente come la pratica del Medico Ayurvedico, formatosi presso scuole accreditate, si configuri in tutta la sua delicatezza.

Le regole di cautela elencate, se seguite con scrupolo, forniscono una ragionevole sicurezza nella pratica medica dell’Āyurveda, ma qualora esse siano disattese ed il Medico Ayurvedico si esponesse a reclami di pazienti o a procedimenti disciplinari dell’Ordine, sarà compito dei membri della Commissione di Certificazione valutare attentamente la situazione nel caso specifico. La Commissione di Certificazione potrà quindi difendere ancora più validamente l’operato del Medico Ayurvedico in base ai presupposti dell’ Āyurveda o, altrimenti, censurare in modo costruttivo il comportamento del Medico Ayurvedico. La Commissione di Certificazione si propone come referente presso tutti gli Ordini Provinciali dei Medici e Chirurghi in quanto l’Āyurveda è stata formalmente riconosciuta come atto medico.
È opportuno quindi precisare che anche l’Āyurveda è una medicina in continua crescita e sviluppo, consapevole che nell’arte medica, come in tutte le forme di conoscenza, pur essendo presenti punti di riferimento fissi (dosha, ecc.), questi sono però inseriti in ciascun individuo, in un continuo fluire di vita non determinabile in modo assoluto, ma valutabile solo in termini di probabilità.

Onorario Professionale

L’onorario del medico Ayurvedico sarà stabilito nel rispetto del tariffario minimo fissato dall’Ordine dei Medici. Nell’ambito della libera professione il singolo medico potrà determinare l’entità della sua parcella in base alla propria coscienza, al servizio offerto, alle disponibilità del paziente e in modo tale che non si configuri concorrenza sleale nei confronti dei colleghi.
Il corrispondere denaro da parte del paziente è un elemento indispensabile del rapporto terapeutico che si crea con il medico, testimonianza del valore che entrambi attribuiscono al proprio ruolo ed evitando speculazioni da ambo le parti.

Rapporti con Specialisti di altra formazione

Nell’esercizio della professione il Medico Ayurvedico potrà, quando necessario, richiedere consulenza a colleghi e a specialisti non ayurvedici a supporto del proprio operato, chiarendo con il paziente e con gli stessi colleghi il suo ruolo guida nella condotta terapeutica.
A coloro che vorranno servirsi dell’Āyurveda solo quale supporto ad altri tipi di diagnosi e di terapia andrà proposto il sostegno generico che gli opportuni preparati ayurvedici possono sicuramente fornire in assenza di interazioni farmacologicamente negative.
Nella relazione fra Medici Ayurvedici dovrà esserci rispetto delle altrui soggettive visioni diagnostiche e degli usi terapeutici. Il Medico Ayurvedico prenderà seriamente in considerazione, non essendone esperto, gli altri tipi di medicine tradizionali o non convenzionali praticate da colleghi o già in uso da parte del paziente, valutandone nel singolo caso l’integrazione con l’Āyurveda.

Rapporti con Operatori Āyurveda

La collaborazione con gli Operatori di Āyurveda è di particolare importanza per il Medico Ayurvedico in virtù della struttura stessa della Terapia Ayurvedica ed il rapporto Medico/Operatore deve essere caratterizzato dal riconoscimento della reciproca indispensabilità dei ruoli per il successo terapeutico. In termini concreti, l’Operatore è l’interprete della prescrizione medica nella sua applicazione pratica ed egli, in virtù del continuo ed intimo contatto che stabilisce con il paziente ed il suo vissuto, funge da referente del medico per il feedback necessario ad un eventuale adeguamento prescrittivo e terapeutico; le risposte individuali, infatti, sono estremamente varie ed è bene giungere ad una vera sinergia terapeutica in vista degli interessi primari del paziente.

Pertanto, il ruolo dell’Operatore di Āyurveda è caratterizzato da una forte professionalità e da una preparazione non solo tecnica ma anche teorica e psicologica.

Le Linee Guida per una Buona Pratica Professionale dell’Operatore Āyurveda sono il tema di una trattazione separata, ma da essa possiamo comunque evincere che l’attività degli Operatori si articola in tre tipologie d’intervento, di cui due in relazione con l’attività del Medico Ayurvedico:

  • Trattamenti in Autonomia professionale.
    Alcuni trattamenti possono essere svolti dall’operatore in totale autonomia in quanto egli è qualificato a farlo. Tali trattamenti sono quelli più semplici, che non richiedono una specifica valutazione diagnostica e che non rivestono una particolare caratteristica di invasività.
  • Trattamenti su Prescrizione Medica.
    Richiedono una prescrizione del Medico Ayurvedico riguardante la tecnica e/o i materiali da usarsi. Tali trattamenti sono quelli con specifica indicazione terapeutica e che, per la loro natura tecnica, per l’applicazione necessitano di una giustificazione basata su una diagnosi medica che ne attesti l’opportunità terapeutica e la tollerabilità da parte del paziente.
  • Trattamenti Supervisionati
    Richiedono sia una prescrizione medica sia la supervisione diretta del Medico Ayurvedico stesso. Tali trattamenti sono quelli che, per le loro specifiche tecniche ed applicative, sono caratterizzati da invasività e da particolare intensità terapeutica quali, ad esempio, quelli previsti dall’insieme terapeutico del Panchakarma.

Impegno Sociale

Lo status sociale del Vaidya, il Medico Ayurvedico in India, nei secoli ha progressivamente acquisito sempre maggiore rilevanza. Si è dunque riconosciuto il valore della salute del singolo all’interno della società, sia per chi la governa che per il comune cittadino.

I tre desideri istintivi, eshana, della vita (vale a dire pranaishana, avere una vita lunga e felice, dhanaishana, acquisire ricchezza e soddisfazione, e paralokaishana, avere una successiva esistenza piacevole) hanno come requisito lo stato di salute che si manifesta in una mente rettamente orientata nella saggezza, nella forza e nel coraggio necessari alla loro realizzazione (Charaka Samhita, Su. 11, 3-6).

La visione unitaria di micro e macrocosmo dell’Āyurveda permette di utilizzare i suoi principi in ogni campo delle attività umane, restituendo alla rete di relazioni sociali quei valori che la società moderna tende a togliere. Gli insegnamenti dell’Āyurveda sono validi anche per gli animali e per le piante così come sono preziosi per la preservazione dell’ambiente.

Conclusione

Le Linee Guida per una buona pratica professionale del Medico Ayurvedico s’inseriscono nella millenaria tradizione adattandosi plasticamente alle necessità del mondo moderno. L’Āyurveda non è solo una medicina, ma è un continuo studio di sé ed una rieducazione del proprio essere nel mondo e una ponderata visione del mondo cui segue un’attenta pratica di vita quotidiana.

Il Medico Ayurvedico è il depositario di un sapere che egli pone a disposizione di tutti coloro che siano interessati a mantenersi in uno stato di salute e non solo a curare le proprie malattie, ma a coglierne lo stimolo al cambiamento. L’Āyurveda permette di sondare e di sfruttare tutte le potenzialità di ciascun individuo dando un’interpretazione degli eventi alla luce del vissuto esistenziale di ogni singola persona.

Il Medico Ayurvedico, quindi, si relazionerà con la globalità dell’essere umano sofferente a partire dalla sua essenziale umanità radicata nella sua spiritualità.

 

Autore
Author: ayurvedicpoint