Articoli divulgativi su Āyurveda e Yoga


 

Snehana l'oleazione in Āyurveda

Snehana, l’oleazione in Āyurveda

Natura e Benessere n.24 – pag. 57/60 (2007)
a cura di: dr. Antonio Morandi, Carmen Tosto

Il corpo intero è fatto di sostanze untuose e tutta la vita dipende da esse — Sushruta Samhita, Cikitsa Sthana. XXXI

In India viene da sempre fatto un abbondante uso di sostanze oleose in varie forme e modalità, dagli usi personali e domestici, agli impieghi più sacri nei templi. Non c’è donna indiana che non usi fragrante olio di cocco sulla testa ma, oltre all’innegabile effetto estetico di ottenere splendidi capelli luminosi, l’oleazione quotidiana della testa ha altre importanti applicazioni.

In Āyurveda l’oleazione di corpo e testa è prevista nella routine igienica quotidiana (chiamata Dinacharya) e, nel testo classico ayurvedico Caraka Saṃhitā, viene detto:

Se una persona pratica regolarmente il massaggio d’olio, il suo corpo non risente di ingiurie o del lavoro più duro. La sua struttura fisica diventa forte, flessibile ed attraente. Mediante questa pratica il processo dell’invecchiamento è rallentato— C.S. Su.V, 88-89.

I gemelli Ashvid - Āyurveda e tradizione: gli Asthavaidya del Kerala

Āyurveda e tradizione: gli Asthavaidya del Kerala

Natura e Benessere n.25 – pag. 58/62 (2007)
a cura di: dr. Antonio Morandi, Carmen Tosto

Si dice che verso il 7000 a.C. la terra che oggi noi conosciamo come stato del Kerala venne “ripescata” dalle acque, “bonificata”, e resa vivibile dal dio Parasurama (lett. Rama con l’ascia da battaglia, parasu). Parasurama, nella tradizione storica, è definito come un Bhargava, un membro cioè della famiglia dei sacerdoti, ma è anche considerato il 6° avatara del dio Vishnu, disceso sulla terra allo scopo di ristabilire l’ordine infranto da altezzosi Ksathrya (casta principesca dei nobili, re e soldati) che tentavano di usurpare il primato spirituale e sociale tradizionalmente rivendicato dai brahmana.

Le conquiste di Parasurama sono al centro di molte leggende1, testimonianza del suo importante ruolo nella colonizzazione dell’India meridionale, ove si trovano molti templi dedicati a lui.

Una volta bonificato e ristabilito l’ordine, il territorio venne diviso in 32 distretti (Graamams) totalmente autosufficienti ed indipendenti. Parasurama fece arrivare altre genti da varie parti dell’India e le “iniziò” a specifiche attività e mestieri. In ogni distretto mise a vivere una famiglia specializzata per ogni branca della conoscenza. Di questi 32 distretti, 18 erano localizzati in quello che oggi è lo stato del Kerala ed i rimanenti nell’odierno Karnataka.

Āyurveda, regolamentazione e globalizzazione | Ayurvedic Point©, Milano

Āyurveda, regolamentazione e globalizzazione

Natura e Benessere 19 – 42/45 (2006)
a cura di: dr. Antonio Morandi, Carmen Tosto

Chi si occupa di Āyurveda e ne utilizza i prodotti a scopo terapeutico si scontra con una serie di problemi estremamente complessi relativi sia alla standardizzazione ed al controllo della qualità delle erbe utilizzate che alle normative vigenti che di fatto ostacolano il ricorso a tale medicina. Il rischio che l’Āyurveda corre è quello di essere dunque “assoggettata” al modello scientifico occidentale che potrebbe depauperarla della sua millenaria saggezza e purezza. L’Āyurveda è la Medicina Tradizionale Indiana e, in quanto tale, è perfettamente integrata nel sistema sanitario dell’India.

Medicina Ayurvedica: Linee Guida Per Una Buona Pratica Professionale 2 | Ayurvedic Point©, Milano

Medicina Ayurvedica: linee guida per una buona pratica professionale 2° parte

Natura e Benessere 20: 36-40 (2006)
a cura di: dr. Antonio Morandi, dr. Guido Sartori

(segue dalla prima parte)

Si conclude in queste pagine l’articolato excursus dedicato alle Linee Guida per una buona pratica professionale in Medicina Ayurvedica iniziato sullo scorso numero di Natura & Benessere. Anche in questa seconda ed ultima parte gli autori non trascurano di porre l’accento sul rapporto Medico – Operatore – Paziente che non può prescindere dal riconoscimento della indispensabile reciprocità dei ruoli al fine di un successo terapeutico.

Linee Guida Ayurveda professionale | Ayurvedic Point©

Medicina Ayurvedica: linee guida per una buona pratica professionale 1° parte

Natura e Benessere 21: 30-34 (2006)
a cura di: dr. Antonio Morandi, dr.Guido Sartori

In queste pagine gli autori ci presentano le Linee Guida per una Buona Pratica Professionale in Medicina Ayurvedica allo scopo di evidenziare come tale Medicina, pur avendo una propria originaria fisionomia, possa ugualmente conciliarsi con l’odierna realtà quotidiana occidentale.
Le Linee Guida sono state presentate dalla S.S.I.M.A. - Società Scientifica Italiana di Medicina Ayurvedica. al Comitato Permanente di Consenso sulle Medicine Non Convenzionali come contributo alla regolamentazione della pratica della Medicina Ayurvedica. 

Panchakarma, le cinque azioni della salute

Natura e Benessere n.22 – pag. 44/47 (2006)
a cura di: dr.Antonio Morandi, Carmen Tosto

Attualmente, purtroppo, circolano molte informazioni errate sull’Āyurveda e le sue pratiche, ma le più sbagliate e pericolose riguardano senz’altro la terapia del Panchakarma.

Numerose sono le definizioni e le descrizioni che ne vengono date, da chi ne parla come fosse una singola terapia, a chi lo ritiene un trattamento del benessere, a chi addirittura lo associa solo al cosiddetto massaggio ayurvedico.

Pochi in realtà lo descrivono per ciò che è: una sequenza precisa ed articolata di atti medici mirata alla rimozione profonda e radicale di tossine dall’organismo.

Il Mestiere Di Terapista Ayurvedico | Ayurvedic Point©, Scuola di Āyurveda, Milano

Il mestiere di operatore Āyurveda

Natura e Benessere n.16 – pag. 26/28 (2005)
a cura di: Carmen Tosto

Cuore di leone, occhi d’aquila, mani da signore… ma soprattutto amore e compassione profonda per il paziente

Così con queste evocative e poetiche parole, il vaidya Dr. Narayan Nambi, iniziava la sua prima lezione sulle qualità dell’operatore ayurvedico.
La lezione, tenuta all’ombra di un grande albero di mango, sembrava sospesa nell’aria densa e calda ed appartenere ad un altro tempo; non fosse stato per le moderne sedie di plastica rossa... ma l’atmosfera, il fascino ed i profumi dell’India, in ogni caso non cambiano…

Annapurna tornerà a sorriderci? L’azione divina del cibo

Natura e Benessere n. 18 – pag. 102/104 (2005)
a cura di: dr. Antonio Morandi, Carmen Tosto

Un giorno Annapurna, Dea della natura e dispensatrice del cibo, andò da Brahma il Signore Assoluto a chiedere consiglio; non riusciva più a capire gli esseri umani e non sapeva come comportarsi con loro. Iniziò quindi a lamentarsi:

Non so più come fare, vengo umiliata ogni giorno, gli uomini mi mangiano e mi consumano male.

Brahma dopo saggia riflessione rispose:

Se gli uomini ti consumano e mangiano male, allora tu mangia e consuma gli uomini.

È una storia antica, eppure come sembra oggi così saggia ed attuale… il cibo che mangia gli uomini e li consuma…

L’Āyurveda e le età della donna | Ayurvedic Point©, Milano

L’Āyurveda e le età della donna

Natura e Benessere n. 11 – 30/32 (2003)
a cura di: dr.Antonio Morandi, Carmen Tosto

Secondo l’Āyurveda l’arco della vita è diviso in tre fasi: infanzia, età media e vecchiaia e così vengono descritti negli antichi testi classici:

L’infanzia è fino ai sedici anni quando i dhatu (tessuti) sono immaturi, i caratteri sessuali non sono ancora manifesti, il corpo è delicato e ha meno resistenza, la forza è incompleta e il kapha è predominante. I dhatu continuano a svilupparsi mentre la mente rimane stabile fino a trent’anni. La mezza età è caratterizzata dalla forza e dall’energia, dalla virilità, dalla prodezza, dall’acquisizione, dalla ritenzione, dalla memoria, dalla proprietà di linguaggio e dalla comprensione. In questo periodo, le proprietà di tutti i dhatu raggiungono il loro limite normale con una giusta forza fisica e mentale, non degenerano, presentano una predominanza del pitta e questa fase dura fino ai sessant’anni. Da lì fino ai cento anni si ha l’anzianità. In questo periodo, i dhatu, gli organi sessuali, la forza, l’energia, la virilità, la prodezza, l’acquisizione, la ritenzione, la memoria, la proprietà di linguaggio e la comprensione gradualmente degenerano e predomina il vata.” — Caraka Samhita (Vimanasthana,VIII,122).

disegno di Leonardo da Vinci del cervello umano | Ayurvedic Point©, Milano

La cultura è il miglior farmaco per il cervello

Nuovi dati dimostrano che per tenere in forma e in salute la mente bisogna allenarla, soprattutto migliorando il proprio livello di istruzione. Una ricerca dell'Irccs Fondazione Santa Lucia di Roma ha documentato l'effetto positivo dello studio sull'integrità del cervello, sia dal punto di vista strutturale che funzionale, in particolare dell'ippocampo, con vantaggio della memoria. Al grado di istruzione scolastico vanno aggiunte le attività svolte durante l'arco della vita, nonché il tipo di lavoro, l'impegno mentale quotidiano e le attività ricreative: è l'insieme di questi fattori che ha un effetto protettivo del nostro cervello.

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