Articoli divulgativi su Āyurveda e Yoga


 

L'illusione del tempo che scorre

a cura del dr. Ernesto Iannaccone

«Āyurveda amritanam», ossia “l’Āyurveda è (il migliore) fra i fattori d’immortalità”.
Questa breve sentenza di due parole è tratta dalla Caraka Saṃhitā, il trattato più antico ed autorevole sulla medicina ayurvedica. Essa rimarca, amplificandolo, il proposito principe dell’Āyurveda: consentire ad ogni uomo di vivere a lungo ed in salute. Il termine amrita, infatti, oltre che “immortalità” significa anche “nettare”. E qual è il nettare della vita se non la salute? Benessere e longevità sono due concetti inseparabili tra loro. Una vecchiaia che si trascina nelle malattie e nella sofferenza non può costituire il ragionevole obiettivo di una scienza della vita qual è l’Āyurveda.

L’importanza dell’igiene orale in Āyurveda | Ayurvedic Point©, Milano

L’importanza dell’igiene orale in Āyurveda

Dr. Antonio Morandi (2014)

Secondo l'Āyurveda il buon funzionamento della digestione e dell'eliminazione sono fondamentali per la salute e la bocca è il primo luogo dove passa il cibo quando entra nel corpo. Inoltre, attraverso la bocca passa anche l’aria che respiriamo e le parole che diciamo e quindi l’importanza della bocca nella vita e nella comunicazione è primaria.
Inoltre la bocca è sede del gusto un organo di senso e l’Āyurveda considera gli organi di senso come fondamentali canali di collegamento e comunicazione con il mondo esterno.

Vivere l'Estate con l'Āyurveda | Ayurvedic Point©, Milano

Vivere l'Estate con l'Āyurveda

Carmen Tosto

L’Āyurveda considera l’essere umano non come un'entità isolata, ma come una concentrazione di energia immersa in un campo energetico più vasto, l’ambiente, al quale è intimamente collegata. Per preservare la propria salute ciascuno di noi deve imparare a “danzare” a ritmo con la Natura che lo circonda adattandosi ai suoi cambiamenti. 

Netra Chikitsa (Oftalmologia) in Āyurveda | Ayurvedic Point©, Milano

Netra Chikitsa - Oftalmologia in Āyurveda

Medicina Naturale, aprile 2014 pp 52-56
a cura di dr. Antonio Morandi, Carmen Tosto

In India sin dal lontano periodo Vedico (I-II millennio a.C.) la cura degli occhi è sempre stato un argomento molto importante ed alcune pratiche, come per esempio Anjana, (ovvero applicazione di paste medicamentose a livello della congiuntiva) è citata nell’Atharva Veda, uno dei Veda in cui sono racchiuse le prime conoscenze documentate relative alla pratica medica di quel periodo. Infatti, la pratica dell’Anjana per scopi sia curativi che estetici era già conosciuta e comunemente applicata durante il periodo della civiltà della Valle dell’Indo.

La medicina Vedica si è poi nel tempo evoluta e sistematizzata in ciò che oggi conosciamo come medicina Ayurvedica dove la branca oculistica è entrata a far parte della sezione che riguarda la chirurgia della regione sopraclavicolare.

Yoga e Diabete | Ayurvedic Point© - Centro di Medicina Ayurvedica, Milano

Yoga e Diabete

A cura di Carmen Tosto (2014)

Negli antichi testi classici dello Yoga, ritroviamo molte indicazioni circa l’utilizzo delle pratiche yogiche anche a scopo terapeutico.

I vocaboli utilizzati si riferiscono essenzialmente a particolari forme di energia che possono lavorare e concorrere nel riequilibrio del corpo e della mente, ma vi sono anche precise indicazioni rivolte a particolari patologie.

Era ben nota già da allora l’influenza che la mente esercita sul corpo, e per questo motivo occorre partire da lì e cercare di raggiungere uno stato mentale sereno e distaccato.

Le nostre più moderne ricerche scientifiche riconoscono anch’esse questo fondamentale principio, e lo Yoga viene considerato uno dei mezzi più efficaci per gestire e ridurre lo stress: adeguate tecniche del respiro, esercizi di concentrazione e pratica della meditazione, aiutano a ridurre le agitate onde mentali.

Āyurveda e salute: una giornata tipo

Natura e Benessere n. 26 – pag. 14/20 (2008)
a cura di: dr. Antonio Morandi, Carmen Tosto

Secondo la Scienza della Vita, l’orologio doshico scandisce il nostro quotidiano. Vivere ogni giorno seguendo le pratiche ayurvediche vuol dire sfruttare al meglio le correlazioni tra l’ambiente ed il nostro organismo. Dal risveglio al riposo notturno, ecco un esaustivo programma per vivere a lungo sani e in armonia.
Il termine Dinacharya indica, per l’Āyurveda, il tempo intercorrente tra l’alba ed il tramonto, il periodo del giorno in cui l’attività deve essere massima sia riguardo la propria attività lavorativa, fisica ed intellettuale, sia volta all’assunzione del cibo ed alla promozione attiva della propria salute, mentre per Ratricharya si intende il tempo dedicato alla notte.
In Āyurveda, infatti, nulla è lasciato al caso; intime e strette correlazioni fanno sì che tutti gli elementi animati ed inanimati siano coinvolti in un continuo gioco di equilibri, là dove tutto influenza tutto. Le interazioni sono sempre reciproche e si trasmettono in sequenze infinite. Ogni nostra minima azione, così come il più piccolo segnale dell’intero organismo, si ripercuote nell’ambiente propagandone gli effetti.

ll Visha Vaidya (medico dei veleni) Dr. Nambooodiri | Ayurvedic Point©, Milano

Visha Vaidya: il medico dei veleni

Natura e Benessere n. 27 – pag. 49/52 (2008)
a cura di: dr. Antonio Morandi, Carmen Tosto

Novembre 2007 – Palakkad Kerala.

Oltre il cancello, in fondo al sentiero s’intravede una grande ed antica casa, è dipinta di azzurro e costruita nel tipico stile keralese. Tutto intorno grandi alberi e vegetazione all’apparenza confusa e prepotente che sembra quasi voler entrare da porte e finestre.

All’ingresso sopra la porta di casa vi è un’immagine di Garuda (l’uccello celeste veicolo o vahana del Dio Supremo Vishnu); è rappresentato con le ali, braccia umane, zampe di avvoltoio ed un naso ricurvo simile ad un becco. Garuda (dalla radice gri = ingoiare) è conosciuto come “Colui che divora i serpenti” o anche “Colui che uccide i naga, ovvero i serpenti”.

Āyurveda e Psicoterapia | Ayurvedic Point©, Centro di Āyurveda, Milano

Āyurveda e Psicoterapia

Natura e Benessere n.23 – pag. 56/60 (2007)
dr. Antonio Morandi

L’importanza dell’interazione psicologica fra medico e paziente e il gioco fra cognizione, emozioni e comportamento è molto ben descritto nell’approccio medico ayurvedico. La consapevolezza della necessità terapeutica di questa modalità venne molto tempo prima della psicanalisi occidentale, e definisce profondamente le nostre metodologie psicoterapiche.

Snehana l'oleazione in Āyurveda

Snehana, l’oleazione in Āyurveda

Natura e Benessere n.24 – pag. 57/60 (2007)
a cura di: dr. Antonio Morandi, Carmen Tosto

Il corpo intero è fatto di sostanze untuose e tutta la vita dipende da esse — Sushruta Samhita, Cikitsa Sthana. XXXI

In India viene da sempre fatto un abbondante uso di sostanze oleose in varie forme e modalità, dagli usi personali e domestici, agli impieghi più sacri nei templi. Non c’è donna indiana che non usi fragrante olio di cocco sulla testa ma, oltre all’innegabile effetto estetico di ottenere splendidi capelli luminosi, l’oleazione quotidiana della testa ha altre importanti applicazioni.

In Āyurveda l’oleazione di corpo e testa è prevista nella routine igienica quotidiana (chiamata Dinacharya) e, nel testo classico ayurvedico Caraka Saṃhitā, viene detto:

Se una persona pratica regolarmente il massaggio d’olio, il suo corpo non risente di ingiurie o del lavoro più duro. La sua struttura fisica diventa forte, flessibile ed attraente. Mediante questa pratica il processo dell’invecchiamento è rallentato— C.S. Su.V, 88-89.

I gemelli Ashvid - Āyurveda e tradizione: gli Asthavaidya del Kerala

Āyurveda e tradizione: gli Asthavaidya del Kerala

Natura e Benessere n.25 – pag. 58/62 (2007)
a cura di: dr. Antonio Morandi, Carmen Tosto

Si dice che verso il 7000 a.C. la terra che oggi noi conosciamo come stato del Kerala venne “ripescata” dalle acque, “bonificata”, e resa vivibile dal dio Parasurama (lett. Rama con l’ascia da battaglia, parasu). Parasurama, nella tradizione storica, è definito come un Bhargava, un membro cioè della famiglia dei sacerdoti, ma è anche considerato il 6° avatara del dio Vishnu, disceso sulla terra allo scopo di ristabilire l’ordine infranto da altezzosi Ksathrya (casta principesca dei nobili, re e soldati) che tentavano di usurpare il primato spirituale e sociale tradizionalmente rivendicato dai brahmana.

Le conquiste di Parasurama sono al centro di molte leggende1, testimonianza del suo importante ruolo nella colonizzazione dell’India meridionale, ove si trovano molti templi dedicati a lui.

Una volta bonificato e ristabilito l’ordine, il territorio venne diviso in 32 distretti (Graamams) totalmente autosufficienti ed indipendenti. Parasurama fece arrivare altre genti da varie parti dell’India e le “iniziò” a specifiche attività e mestieri. In ogni distretto mise a vivere una famiglia specializzata per ogni branca della conoscenza. Di questi 32 distretti, 18 erano localizzati in quello che oggi è lo stato del Kerala ed i rimanenti nell’odierno Karnataka.

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